Un inizio di campionato un po' così così, perlomeno non ai livelli ai quali aveva abituato tutti i tifosi rossoblu in questi anni; ma già a Torino si è rivisto il solito Davide Astori, sicuro, elegante, autoritario. E forse non a caso, il Cagliari ha ottenuto la prima vittoria stagionale. "Cercavo la completezza della prestazione che in alcuni momenti era venuta a mancare. Sono un professionista, so che il mondo del calcio è fatto di alti e bassi; lavoro e so cosa posso dare alla squadra. La Russia? Non ho rimpianti per il mancato trasferimento. Sono contento di essere qui al Cagliari e quando faccio una scelta difficilmente torno sui miei passi". Il primo successo è coinciso con il cambio della guida tecnica. "I risultati dipendono dal lavoro e da tanti altri aspetti. L'arrivo del nuovo allenatore ci ha dato forza ed entusiasmo, ma ci tengo a precisare che la squadra ha sempre lavorato bene, anche con il mister Ficcadenti. In Serie A alcuni piccoli fattori marcano la differenza. Penso che il mister Pulga sia stato bravo ad entrare nel gruppo, senza farci sentire il peso di una situazione che avrebbe potuto essere difficile". Astori, Rossettini, Ariaudo: per la composizione della spina dorsale difensiva c'è solo l'imbarazzo della scelta. "Stiamo lavorando tutti bene, sono del parere che possa giocare chiunque. Vogliamo perfezionare i meccanismi ma anche dare una mano agli attaccanti, perchè penso che il bene di una squadra non dipenda dal rendimento dei singoli reparti, ma che sia qualcosa di corale". Domenica ci sarà bisogno di molta attenzione per fermare Gilardino, che sembra rinato sotto le Due Torri. "E' uno dei migliori attaccanti italiani, non c'è dubbio. Noi però siamo carichi, sappiamo che è una partita importante ma è alla nostra portata. Vogliamo fare risultato". Davide ormai è uno dei veterani di questa squadra. "Se mi considero un leader? Ci possono essere diversi tipi di leader all'interno dello spogliatoio di una squadra di calcio. Io mi sento un giocatore importante che vuol dare il massimo per la propria squadra". Il suo nome non è stato incluso dal commissario tecnico Prandelli nella lista dei convocati per le gare di qualificazione a Brasile '14 contro Armenia e Danimarca. Poco male, ci sarà tempo per rifarsi. "Naturalmente mi è dispiaciuto rimanere a casa e guardare le partite in tv, ma conto di tornare in azzurro quanto prima. Il tutto dipende dalle mie prove personali e da quelle della squadra. Il fatto di essere nel giro della Nazionale è un ulteriore sprone, qualora ce ne fosse bisogno, per fare ancora meglio con la maglia rossoblu". |
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