Ennesimo grande riconoscimento per Gianfranco Matteoli. L'ex capitano rossoblù ha ricevuto il prestigioso premio "Maestrelli" per il lavoro svolto con il Settore Giovanile del Cagliari. Matteoli ci tiene a condividere l'onore con i suoi collaboratori: "Non è un premio per me, ma il coronamento degli sforzi di tutti quanti operano nel Settore Giovanile del Cagliari". I frutti si sono visti quest'anno, con Murru e Del Fabro promossi a tempo pieno in prima squadra e Sau che torna e guadagna subito la Nazionale. Senza contare il rendimento di Pisano, anch'egli proveniente del vivaio e ormai una certezza. Direi che non si è visto solo quest'anno. Abbiamo avuto la fortuna di far crescere tanti ragazzi che adesso sono in giro per l'Italia e hanno fatto un buon campionato. Dametto, Vigorito, Giorico, Gallon, Carta, Mannoni hanno dimostrato grande professionalità e la voglia di voler arrivare. Siamo contenti. Tutti ragazzi sardi, per scelta societaria... E' un discorso che abbiamo avviato anni fa, d'accordo col presidente. Abbiamo portato avanti questo tipo di lavoro, pur essendo consapevoli delle difficoltà alle quali andavamo incontro. Qual è la filosofia del Settore Giovanile? In tutti questi anni non abbiamo mai puntato al risultato immediato. Non teniamo i ragazzi per costruire una squadra Primavera forte. Cerchiamo di fare crescere il più possibile il singolo e quando ci accorgiamo di avere per le mani un giocatore interessante lo mandiamo in giro a farlo maturare in categorie dove si gioca per i 3 punti. Ti aspettavi che Sau tornasse alla base così forte? La storia di Marco è un messaggio per tutti i giovani che intraprendono questo mestiere. Noi cerchiamo di dare un contributo per farli diventare calciatori, ma più di tanto non possiamo fare: è la loro testa che può cambiargli la vita sportiva. Parlo per esperienza: prima di diventare un calciatore in Serie A sono passato per diverse squadre di Serie C, l'opportunità te la devi meritare sul campo. E' una molla che scatta. Di calciatori ce ne sono tanti, tu devi dimostrare di avere qualcosa in più degli altri. Non dimenticherei Pisano, che è arrivato anche grazie alla sua caparbietà. Murru e Del Fabro sono sulla buona strada? Murru è diventato un giocatore importante, non è da tutti fare il titolare in Serie A a quell'età. Del Fabro è stato impiegato meno, ma è più giovane, può fare tanta strada. Come mai avete detto no all'istituzione di un campionato Riserve? Puntiamo molto sul Settore Giovanile. Non abbiamo una rosa così ampia da essere competitiva. Preferiamo giocare sotto età con la Primavera e mandare i più promettenti a maturare altrove. Parlando in generale qual è la difficoltà più grossa che vi trovate davanti, voi responsabili dei Settori Giovanili? Facciamo un lavoro particolare, dove dobbiamo apparire il meno possibile e rappresentare un esempio di umiltà e concretezza per il ragazzo. Se riusciamo in questo intento diamo un grande contributo alla crescita del giocatore. Logico che le prime squadre devono farli giocare: si parla tanto di Nazionali, ma negli altri campionati non hanno paura a lanciare un giovane anche se ha 17-18 anni. A quell'età di solito i ragazzi italiani giocano in Primavera, è difficile affrontare squadre composte da giovani più esperti e maturi. E' già pronto sulla rampa di lancio il nuovo possibile campioncino: Nicolò Barella, Nazionale Under 16... E' un giovane nel quale crediamo molto e ha giocato metà campionato Primavera, pur essendo un paio d'anni più giovane rispetto all'età media del campionato. torniamo al discorso di prima: dipenderà da lui. E' la testa che deve fare la differenza. |
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